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IL MULINO DELLO SPIRITO

Mi sorpresi assorto a riflettere su Spirito e le voci dei miei commensali sfumarono, attutite dai miei pensieri. Visualizzai la sua figura magra e forte, con pastrano e archibugio, appoggiata allo stipite della porta d’ingresso come fosse a sentinella del Mulino. Il suo Mulino, che ora era un po’ anche mio.
Legalmente era tutto mio, ma quella figura che aleggiava nel mito e nelle leggende dell’Appennino era un’impronta indelebile tra i fruscii e gli echi di quelle montagne. Un fantasma. Che però non mi faceva più paura. E sì che da bambino li temevo. Ora era qui, parte della mia vita, parte della mia casa. Un destino strano e misterioso, o forse solo la follia sognatrice di nonno Franco, ci legava senza che l’uno avesse avuto coscienza dell’altro.

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