Ho appena finito di leggerlo. La storia é coinvolgente, si alternano momenti leggeri ad altri più "impegnati" i personaggi sono credibili . Per quanto mi riguarda credo di poter dire che dopo " Dov'è finito Douglas Staedtler " l'autrice ha fatto un ulteriore passo in avanti. " Patrizia Muzzi: chi ha lunghe penne voli alto! ?"
Tomaso Bonomi
Gentile Patrizia, La lettura dei tuoi libri, che ho avuto il piacere di fare in modo piuttosto meticoloso per non lasciarmi sfuggire le tante curiosità che si nascondono fra le righe, così leggeri e allo stesso tempo profondi, mi ha arricchito e fatto viaggiare in luoghi reali o fantastici, tutti affascinanti. A partire dalla dedica a Manuel e Riccardo, con la citazione del ratto Firmino (una delle letture che mi aveva affascinato alcuni anni fa) e via via alle varie fantastiche vicende nelle parti del globo dove hai fatto viaggiare lo strampalato trio, tante sono le curiosità da gustare prima di giungere alla conclusione della "triplette" di Douglas (K,W,L). E poi, già che ormai mi ero affezionato ai personaggi, mi hai fatto proseguire le maratone ancora restando "comodamente a casa e scoprire il mondo da lì" e infine il fascino del Grande Gufo Grigio! L'epilogo di "Karly Penrose" è basilare. Di questi libri, formalmente semplici, ci sarebbe da dire tanto. Grazie di cuore, un abbraccio.
Renzo Zignani
Se in un futuro i tuoi libri venissero adattati per una versione cinematografica o televisiva, sappi che vorrò partecipare anche come fattorino di scena: adoro viaggiare! Grande, mi piace come scrivi!
Alberto Berti
Belli belli belli!!!! Ho atteso più di un anno per il secondo capitolo delle avventure di Karly Penrose e devo dire che l'attesa è stata ripagata! Brava la Muzzi, il segreto dei petròglifi è davvero un bel romanzo, divertente e intelligente. ??
Credevo di avere tra le mani tutt’altra opera: pensavo che, nonostante il titolo altisonante, Giardinosofia di Santiago Beruete fosse uno dei tanti libri che trattano di fiori e alberi e di come coltivarli. Da subito invece mi si sono drizzate le antenne. “L’esperienza del giardino possiede non soltanto una dimensione etica ed estetica, ma anche politica, inscindibile dalle precedenti. Le abitudini e i valori coltivati – si perdoni la ridondanza – del giardinaggio potrebbero benissimo guidare la ricerca del bene comune e migliorare la convivenza sociale. Oltre a essere una scuola di rettitudine morale e uno scenario per il viver bene e per la salute privata e pubblica, il giardino è giunto a essere, nella nostra epoca, anche uno spazio di resistenza e protesta sociale, di solidarietà e ribellione contro l’egemonia del neoliberismo e del neocapitalismo rampanti, ed è diventato un oggetto di rivendicazione politica e di lotta per i diritti dei cittadini e la sostenibilità ambientale. Il fenomeno degli orti e dei giardini comunitari, che proliferano nelle città del mondo occidentale, illustra alla perfezione i rapporti esistenti tra il giardinaggio e l’attivismo politico. Ne esistono più di seimila solo nella città di New York, dove si sono trasformati in spazi di socializzazione e integrazione intergenerazionale, in fonti di solidarietà, coesione sociale e mobilitazione cittadina, e in catalizzatori del cambiamento sociale. Oltre a essere un modo per produrre alimenti salutari e una forma per abbellire i luoghi pubblici e migliorare le condizioni ambientali dei quartieri, i giardini comunitari costituiscono una formula alternativa ed efficace di promozione dell’identità e del lavoro di gruppo, di prevenzione dall’emarginazione e dell’esclusione sociale e di riduzione della criminalità.“ ...VAI ALL'ARTICOLO